
ITINERARI | 6 giorni in Tanzania: un Safari dal Tarangire al Serengeti
QUESTO VIAGGIO FA PER VOI SE
♥ Sognate di svegliarvi con un branco di elefanti che sfila davanti alla vostra tenda
♥ Siete fan del Re Leone e non vedete l’ora di incontrare l’intero cast per una foto di gruppo
♥ Non vi spaventano lunghe ore in macchina sballottati su strade sterrate
♥ Non vedete l’ora di entrare nella più grande caldera intatta al mondo per visitarne le meraviglie
♥ Volete godere della strabiliante meraviglia della vota celeste senza alcun inquinamento luminoso
♥ Vi affascina l’idea di entrare in contatto con la cultura centenaria dei Masai
♥ Non vi spaventa l’idea di essere a strettissimo ma ragionevolessimo contatto con una fauna piuttosto arzilla
Un Safari, per ogni amante della natura, è uno di quei viaggi che si brama di fare almeno una volta nella vita. Avendo avuto un primo appassionante approccio con la fauna asiatica e americana durante i nostri viaggi, ci sentivamo pronti ad affrontare la vastità del continente africano ed organizzare una spedizione alla National Geographic de noartri.
Dopo aver sondato alcune mete abbiamo deciso che la Tanzania ci avrebbe offerto l’esperienza più varia di tutte permettendoci di visitare alcuni luoghi che sostavano da anni sulla nostra bucket list dei viaggi: saremmo arrivati alle Falde del Kilimanjaro (parapunzi punzi po) per arrivare al Re dei Parchi, il Serengeti, il mito assoluto, il metro di misura per ogni luogo popolato da bestiole (senza contare che dopo il nostro felice scorrazzamento avremmo potuto volare a Zanzibar e proseguire il viaggio con panorami completamente diversi).
Come sempre abbiamo fatto tutto in autonomia, ma per organizzare il safari ci siamo appoggiati ad una piccola agenzia di Arusha gestita da una gentilissima coppia di italiani, la Savannah Explorer.
È più che fondamentale trovare un’organizzazione seria e affidabile per affrontare un viaggio del genere e con loro ci siamo trovati benissimo fin dalle prime email (che nel frattempo sono diventate decine, poveretti!) se avrete dubbi su come iniziare a pianificare il vostro viaggio vi consiglio di passare da loro!
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- Avventura
MAPPA DELL’ITINERARIO
LE TAPPE IN BREVE
GIORNO 1 | ARUSHA
GIORNO 2 | TARANGIRE
GIORNO 3 | SERENGETI
GIORNO 4 | SERENGETI
GIORNO 5 | NGORO NGORO
GIORNO 6 | ARUSHA

Ed ora ecco a voi l’itinerario completo del nostro emozionante Safari!
GIORNO 1 | ARUSHA
L’arrivo all’Aeroporto di Arusha sarà il vostro primo impatto con il concetto di “pole pole” che in Swahili vuol dire “piano piano” (in pratica la nemesi del milanese imbruttito). Qui tutto rispetta dei ritmi che potremmo definire elastici, governati da una concezione molto libera del tempo.. saperlo vi permetterà di arrivare col giusto mood così da non dare i numeri davanti alla lentezza delle file per l’ottenimento del visto.
Fuori dall’aeroporto di Arusha vi attenderà un dispiegamento di jeep pronte a partire per nuove avventure, maestose acacie e volti sorridenti. Incrocerete i primi pastori avvolti nelle tradizionali coperte a scacchi e vi sentirete catapultati in un mondo incredibilmente accogliente.
Arusha è una città che esplode di vita. Di per se non offre grandi attrattive, ma se vorrete andare a visitare il centro potete approfittare del primo giorno per vivere un impatto intenso con la cultura del luogo.
Ad ogni angolo ci sono donne vestite con una prodigiosa stratificazione di pattern che trasportano ogni genere di merce in bilico sulla testa. Potrete visitare il Clock Tower, il mercato tradizionale e, se siete appassionati di musei, il Museo Nazionale della Tanzania. Complessivamente niente di imperdibile, la cosa più interessante sarà sicuramente osservare la vita che scorre intorno a voi.
La città è invasa da un traffico cocciuto che ha abbandonato la noiosa idea del trasporto pubblico fatto di autobus in favore di una miriade di transporter coloratissimi a cui ogni autista conferisce carattere dipingendo loghi di case di moda, immagini che proclamano l’amore di Gesù e disegni in puro stile espressionismo astratto. Questi gioiosi mezzi sono l’Uber della savana.

La prima sera abbiamo scelto di pernottare al Christina House, un grazioso bed and breakfast appena fuori dal centro città gestito da un’energica e affabile donna africana. Le camere sono molto semplici ed essenziali, ma l’accoglienza dello staff, l’ottima cena e il rigoglioso giardino tropicale vi faranno sentire coccolati.

GIORNO 2 | TARANGIRE NATIONAL PARK
Questo parco dalle dimensioni più ridotte rispetto all’illustre Serengeti è, però, un vero gioiello che merita una visita approfondita. Esteso su una superficie di 2.600 chilometri quadrati, si inserisce in un vasto ecosistema che offre una vegetazione ricca e verdeggiante.
Il Tarangire è uno dei pochi parchi ad avere acqua tutto l’anno, così da poter soddisfare la popolazione dei migratori, quella dei residenti e far sempre felici i visitatori in cerca di emozioni forti in mezzo alla natura.
Una delle caratteristiche più suggestive del parco, oltre all’impressionante concentrazione di animali, è la presenza di secolari baobab che fanno da sfondo ad un paesaggio estremamente vario che passa dalle pianure che circondano il fiume a colline e profonde gole rocciose.
IL PERIODO MIGLIORE per visitare questo parco è quello compreso tra luglio e ottobre, durante la lunga stagione secca, quando l’intero sfavillante cast di animali migratori sarà rientrato nel parco radunandosi lungo il fiume e nelle paludi centrali. A causa della siccità anche la vegetazione sarà spoglia e priva di fogliame rendendo gli avvistamenti molto più facili. In questi mesi troverete un’altissima concentrazione di animali seconda solo a quella del Serengeti e di Ngorongoro.

Situato appena fuori dall’ingresso del parco, il Roika Camp è una struttura molto graziosa e funzionale. Le Tende, sorvegliate da efficienti Masai, sono poste su delle piattaforme sopraelevate ed offrono ogni comfort. Se sarete fortunati come lo siamo stati noi, la mattina potreste veder sfilare un branco di elefanti davanti al vostro terrazzino. Magia pura.




GIORNO 3-4 | SERENGETI
La strada che vi porterà al Serengeti sarà lunga e vagamente stancante ma gli scorci di straordinaria bellezza che incontrerete ve la faranno amare ugualmente.
Dopo un susseguirsi di paesaggi verdeggianti, laghi, steppe e qualche microscopico villaggio entrerete in una distesa gialla più piatta della Stele di Rosetta interrotta qua e là da sparute acacie e svogliate bestiole che ruminano pacificamente. Il nome del parco, nella lingua dei Masai, significa infatti “pianura sconfinata” e direi che in termini di coerenza ci siamo alla grande.
Il Parco Nazionale Serengeti è il più antico della Tanzania, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1981 é considerato l’ottava meraviglia del mondo.
Una delle cose che lo rendono celebre è la grande migrazione annuale, quando la sua vasta pianura si popola di milioni di gnu, zebre e gazzelle di Thomson, che seguono il fiume Mara alla ricerca di nuovi pascoli.
Anche durante la stagione secca, che va da giugno a novembre, il Serengeti offre la possibilità di avvistare uno straordinario numero di animali: branchi di bufali, elefanti e giraffe, migliaia di antilopi, impala e gazzelle di Grant, leoni, leopardi, ippopotami e via con tutto il cast.
Dopo essere stati nel Tarangire, dove si avvistano branchi di ogni specie ogni cinque minuti, il primo impatto col Serengeti potrebbe trovarvi impreparati. Essendo grande quasi 15.000kq, praticamente quanto la Calabria tutta, non aspettatevi di essere circondati tutto il giorno da mammiferi ruminanti e felini vanitosi, al contrario gli animali dovrete andare a cercarli con maggiore pazienza rispetto agli altri parchi macinando una considerevole quantità di chilometri, ma state certi che in due giornate di game drive riuscirete ad avvistare una straordinaria quantità di bestiole grazie anche all’efficace sistema radio che i driver utilizzano per comunicare gli avvistamenti.
IL PERIODO MIGLIORE per andare nel Serengeti in realtà non esiste perchè in ogni momento dell’anno si possono fare game drive ricchi di fascino avvistando una gran quantità di animali. Tuttavia in alcuni mesi sono di maggiore richiamo:
Tra dicembre e marzo, nella zona del lago Ndutu è possibile osservare le mandrie ferme per l’allegro momento della riproduzione e le altrettanto suggestive nascite.
Tra giugno e settembre migliaia di gnu si spostano prima verso il Grumeti e successivamente verso il Bologonja per attraversare il fiume Mara al confine con il Kenya. É proprio durante questi guadi che i coccodrilli diventano protagonisti delle scene d’azione più cruente offrendo uno spettacolo tanto splatter quanto iconico del circle of life.
Durante tutto l’anno la grande migrazione di milioni di ungulati (soprattutto gnu e zebre) costituisce uno spettacolo oltre ogni immaginazione. Ricordiamoci che dove c’è la migrazione ci sono anche leoni, leopardi, ghepardi, iene, sciacalli e avvoltoi…la loro nomea esiste per un motivo, no?
Tra fine giugno e settembre è la stagione secca a farla da padrone e, anche se in alcune zone del parco la migrazione di gnu e zabre si sarà spostata, sarà possibile vedere molti animali in prossimità delle zone d’acqua e la migrazione delle gazzelle, dette anche i popcorn della savana, che richiamano molti predatori.

Questo campo tendato è uno dei luoghi più belli in cui abbia mai dormito. Non solo per la struttura in se, che ho amato a dismisura, ma per la magia e il fascino travolgente del luogo in cui si trova e dell’esperienza che permette di fare. Addormentarsi con i suoni della savana sotto un cielo stellato e svegliarsi con dei bufali grossi come un suv che brucano beati accanto alla tua tenda non ha prezzo.







GIORNO 5 | NGORONGORO
Ngorongoro più che un singolo parco è una grandiosa area di conservazione che, tra altipiani, laghi, siti ancestrali e insospettabili giungle, si spinge fino al Serengeti.
É proprio all’interno di questo immensa estensione che si trovano le Gole dell’Olduvai che si dice siano niente meno che la culla dell’umanità. Preparatevi, quindi, ad essere catapultati nell’atmosfera mistica e primordiale che pervade questi luoghi.
Una volta attraversata la foresta di Oldeani arriverete in una zona panoramica che vi offrirà un’impareggiabile veduta dell’enorme vulcano inattivo che, con il suo diametro di 20 chilometri e 2,5 milioni di anni portati brillantemente, è la più grande caldera intatta al mondo.
Scendendo verso il cratere percorrerete una strada ad alto tasso adrenalinico che vi porterà 600 metri più in basso in un habitat a dir poco bizzarro che, tra savana, foreste di acacie, deliziosi boschetti, paludi, radure e laghi ospita circa 30.000 animali che risiedono stabilmente in questo straordinario luogo riproducendosi a ritmi forsennati.
Sarete circondati tutto il tempo da branchi di razzolanti bestiole che brucano, zampettano si scornano e poltriscono pacificamente guardandovi senza il minimo turbamento: un’esperienza portentosa!
IL PERIODO MIGLIORE per visitare questo parco è tra marzo e maggio e tra ottobre e dicembre quando gli animali si radunano nella pianura centrale per far nascere i loro cuccioli

Questo affascinante complesso di cottage in stile coloniale affacciato su una piantagione di caffè e immerso in un rigoglioso giardino con tanto di piscina riscaldata e profusioni floreali, si trova a Karatu a circa un’ora dalla base del cratere. Le camere sono arredate con gusto, il personale è adorabile e la cucina regala una certa soddisfazione. Promosso!




GIORNO 6 | VERSO ARUSHA
Rientrando verso Arusha avrete la possibilità di fare alcune soste degne di nota per concludere il vostro Safari in bellezza. Potrete visitare il Lake Manyara National Park oppure un boma Masai per incontrare gli abitanti e scoprire insieme al loro le tradizioni, il modo di vivere, lavorare e istruire la prole.
Noi abbiamo scelto di visitare il Lake Manyara National Park un luogo dall’habitat sorprendentemente ricco che va dalla lussureggiante foresta equatoriale a boschi di acacie, paludi, acquitrini e, ovviamente, il lago stesso. É famoso per i leoni che si arrampicano sugli alberi, detti climbing lions, e l’enorme quantità di volatili. Averlo visto alla fine del nostro viaggio è stato un po’ deludente poichè dopo la sfrenata quantità di bestiole avvistate nei giorni precedenti il confronto è vagamente sfavorevole. Ma magari siamo stati poco fortunati noi..chi può dirlo!

Il vantaggio di dormire nello stesso alloggio del primo giorno sarà quello di poter depositare i vostri bagagli e portare con voi solo lo stretto indispensabile per il safari viaggiando leggeri e sereni.


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