
Cosa vedere a Bagan
Nella classifica dei luoghi più entusiasmanti del pianeta Bagan può fieramente vantare un primato difficile da eguagliare. La pianura che la accoglie è una gioia visiva costruita dall’uomo, e le migliaia di templi disseminati nella vegetazione appagheranno felicemente il gusto per l’esplorazione di ogni viaggiatore.
“Ci sono viste al mondo dinanzi alle quali uno si sente fiero di appartenere alla razza umana. Pagan all’alba è una di queste. Nell’immensa pianura, segnata soltanto dal baluginare argenteo del grande fiume Irrawadi, le sagome chiare di centinaia di pagode affiorano lentamente dal buio e dalla nebbia: eleganti, leggere; ognuna come un delicato inno a Buddha. Dall’alto del tempio di Ananda si sentono i galli cantare, i cavalli scalpicciare sulle strade ancora sterrate. E’ come se una qualche magia avesse fermato questa valle nell’attimo passato della sua grandezza” Tiziano Terzani, In Asia
Tiziano Terzani ha dipinto, con queste luminose parole, un’immagine perfetta dell’emozione che travolge ogni intrepido viaggiatore al cospetto dei profili elaborati dei suoi templi.
Le rovine dell’antica capitale del Regno, si trovano nella zona centrale della Birmania ed affacciano placidamente sul maestoso ed epico Fiume Irrawaddy che, dalle propaggini dell’Himalaya, attraversa tutto il paese come un’efficentissima autostrada.
LA STORIA
Il passato di Bagan ha radici antiche e articolate. I 230 anni di frenesia edilizia che ne hanno plasmato l’architettura sono iniziati nel 1057 con la conversione del paese al buddhismo theravada promossa dal primo Re Birmano il quale, lasciandosi un tantino prendere la mano, iniziò un’opera di commovente ostinazione religiosa che, in mano ai suoi successori, si palesò attraverso la costruzione di oltre 4.000 templi dedicati a Buddha.
L’arrivo delle truppe dell’esercito mongolo nel 1287 smorzò decisamente gli entusiasmi e spense i riflettori sulla città che, da allora, iniziò un lento declino fino a trasformarla nel pittoresco insieme di rovine che ha reso Bagan famosa nel mondo.
COSA VEDERE
Bagan è suddivisa in tre zone fantasiosamente chiamate Old Bagan, il sito archeologico dove si concentrano alcuni dei templi più interessanti, New Bagan, una cittadina satellite di recente costruzione che accoglie alberghi e ristoranti, e Nyaung U, un piccolo centro fluviale estremamente vivace e importante approdo delle principali vie turistiche. Oggi, su una superficie di decine di chilometri quadrati, svettano più di 2.000 templi e centinaia di indecifrabili ruderi.
OLD BAGAN Questo sito affacciato sul fiume Irrawaddy comprende la zona archeologica fieramente delimitata dall’antica cinta muraria. Qui si trovano alcuni alberghi panoramici ricavati tra una rovina e l’altra, in alcuni ci si può addirittura imbattere nelle vestigia di pregiatissime pagode con tanto di Buddha meditabondi mentre si sta andando a fare uno scellerato bagno in piscina. Di tutti i templi visitabili in quest’area il nostro preferito è il monumentale THATBYINNYU PHATO che, oltre ad essere il più alto ed imponente della pianura, presenta una complessa struttura squadrata e una scintillante guglia ricoperta d’oro.
PIANURA SETTENTRIONALE, MERIDIONALE e CENTRALE E’ qui nelle pianure che avviene la magia! La gran parte dei nostri amati templi si trova proprio nelle pianure tra Nyaung U, Old Bagan e New Bagan, da qui l’originalissimo nome di Piana di Bagan. Più ci si allontanerà dal fiume più quella che viene generosamente definita campagna offrirà incantevoli scene di vita rurale, templi semi diroccati e un’impareggiabile sensazione di scoperta.
Nell’infinità di costruzioni ce ne sono alcune che saranno davvero irrinunciabili per una visita completa da veri esploratori. Tra questi non potranno mancare il venerabilissimo ANANDA PHATO, il monumentale DHAMMAYAN GYI PHATO, con cruentissima leggenda annessa, l’affollato ma bellissimo HITILOMINLO, il SULAMANI PHATO, nostro preferito dei preferiti e l’insolita DAMMAYAZIKA PAYA. Per il momento più atteso della giornata, il tramonto, saranno due le location che offriranno i panorami più incantevoli e fotogenici: la prima è la SHWESANDAW PAYA, purtroppo dopo l’ultimo terremoto non è più possibile arrampicarsi sulle ripide scalinate per ammirare il tramonto dalle sue terrazze, ma se deciderete di andare a Bagan informatevi sulla sua agibilità perché il team di restauratori sta lavorando alacremente per ripristinarne l’accesso. L’altra, la PYATHATGY PAYA, non offre un’architettura stupefacente ma una delle terrazze più ampie e delle viste più spettacolari sui templi circostanti. Anche in questo caso sarà bene informarsi sull’agibilità, date le numerose scosse e la precarietà di queste strutture centenarie, ci sono sempre lavori di manutenzione in corso, ma non temete: con oltre 4.000 templi a disposizione non sarà un gran problema trovare un degno rimpiazzo.
NYAUNG U Questa spumeggiante cittadina in riva al fiume ospita alcuni bellissimi templi, una moltitudine di guesthouse, un vivace mercato e alcuni ristorantini appetitosi. E’ la meta designata della maggior parte dei backpackers che qui, grazie agli sparuti ma apprezzabili esercizi turistici che stanno fiorendo negli anni, trovano modo di svagarsi insieme ad altri viaggiatori intrepidi. Se vorrete immergervi nella vita locale e come noi siete amanti dei mercati fate una veloce visita al grazioso NYAUNG U CITY MARKET e poi potrete raggiungere la sfolgorante, luccicante e preziosissima SHWEZIGON PAYA.
DINTORNI DI BAGAN
MYINKABA A una manciata di minuti da Old Bagan prospera un minuscolo villaggio dove l’unica attività accettabile sembra essere quella di “laccatori dalle manine d’oro”. Le famose lacche birmane in questo luogo prendono ogni forma conosciuta trasformandosi in oggetti di rara complessità artistica. La decina di botteghe e laboratori dà lavoro a un ragguardevole numero di artigiani che saranno ben lieti di farvi assistere all’affascinante processo di lavorazione. A differenza di altri paesi i venditori birmani sono piuttosto morigerati, quindi potrete godere di un’egregia occasione di apprendimento senza sentirvi costretti a portare a casa un elefante laccato ad altezza naturale.
MOUNT POPA Questa bellissima gita si può fare in giornata da Bagan. Il monte è una sorta di Olimpo Birmano dotato di un fascino inaudito. Sulla cima di un vulcano estinto sorge un veneratissimo monastero dove dimorano i 37 nat: spiriti dell’epoca pre buddhista, esseri sovrumani che ancora oggi vengono adorati in aggiunta all’insuperabile Buddha, in pratica una via di mezzo tra i nostri santi, i semidei greci e gli Avengers. Ai piedi della svettante conformazione vulcanica parte un’impervia scalinata che in soli 777 gradini, quintalate di acido lattico e discrete iperventilazioni, in una ventina di minuti vi condurrà al superbo tempio buddhista abbarbicato sulla sua sommità in mezzo ad una lussureggiante vegetazione. Intorno al tempio si aprono magnifiche terrazze da cui potrete godere dello spettacolare panorama sulla pianura circostante. Un solo avvertimento.. le scimmiette che troverete in questo luogo sono dei piccoli criminali con la pelliccia, se non starete attenti vi lasceranno in mutande.


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