
Fruita e la UT-12 Scenic Byway, la strada panoramica più spettacolare dello Utah
Il Sud Ovest degli Stati Uniti: gioiosa meta di intrepidi cowboy, banditi, pionieri e sognatori. Un’area smisurata che, pensate, conta poco più di un abitante per chilometro quadrato poiché, nonostante ospiti alcune delle aree urbane più affollate e ragguardevoli dell’intero paese, qui è la natura a governare gli spazi. Immense aree desertiche, altipiani, canyon e fiumi dipingono paesaggi indimenticabili e si sbizzarriscono in rocambolesche apparizioni.
Se c’è una cosa che non manca in questo angolo di mondo è la vastità. Le strade si dipanano per chilometri in un tripudio di visioni e, nell’arco di una giornata, potrete passare da scenari desertici a boschi popolati da frotte di amabili bestiole.
Tra la moltitudine di strade che collegano il paese ce n’è una che è diventata celebre per la varietà di panorami e magnifiche soste che è in grado di offrire in soli 200km, tanto da essere considerata un’attrazione di per sé. Sto parlando della UT-12 che incontrerete durante il tragitto da Moab al Bryce Canyon e viceversa.
Partendo da Moab il vostro sprovveduto navigatore tenterà di convincervi a proseguire sulla più rapida I-70, ma voi non dategli retta, poco dopo Green River imboccate la UT-24 e puntate con risolutezza verso Torrey. Non temete, allungherete il vostro itinerario soltanto di una trentina di chilometri, ma vi regalerete delle soste estremamente avvincenti.
Dopo alcune ore di visioni psichedeliche, in cui il paesaggio cambia più o meno ogni mezz’ora in una profusione di scenografie piuttosto eccentriche, ritornerete ad ammirare le più familiari e rassicuranti rocce rosse di arenaria e della rincuorante vegetazione. A questo punto non sarete ancora sulla byway 12, ma sarete arrivati in prossimità del Visitor Center del Capitol Reef National Park e di una delle mie tappe preferite: Fruita!

Si tratta di una specie di miraggio verdeggiante anche se, di tutti i luoghi dello Utah in cui i Mormoni potevano creare una comunità, Fruita potrebbe considerarsi una scelta vagamente scriteriata. Circondata da migliaia di chilometri quadrati di deserto, attraversata da un fiume propenso ad esuberanti alluvioni, e in una zona così remota che le strade asfaltate non sono arrivate fino agli anni ’60, non c’è da meravigliarsi se per la maggior parte della sua esistenza non abbia mai ospitato più di una decina di famiglie! Fruita oggi è il cuore e il centro amministrativo del Parco Nazionale di Capitol Reef e, grazie alla sua ricca storia, si è guadagnata un posto nelle cartoline dei tanti viaggiatori che hanno attraversato baldanzosamente queste regioni.
Fruita divenne un importante insediamento a causa della stagione di crescita relativamente lunga e dell’abbondanza di acqua. I coloni che arrivarono, infatti, piantarono ogni genere di albero da frutto per potersi sostentare e, visto il glorioso successo, iniziarono la costruzione di una minuscola comunità con una scuola, un paio di negozi e una piccola locanda.
Nei primi tempi lo Utah divenne per i mormoni quello che Israele era per gli ebrei, ma non tutti questi mormoni erano poi così devoti. Fruita, infatti, sebbene fosse nata da irreprensibili radici mormone, era animata dalla mentalità di frontiera. Operava ai margini della cultura sociale e della legalità: i poligami, in fuga dagli agenti federali, trovavano spesso rifugio nel vicino labirinto di canyon aiutati dai simpatizzanti del luogo e anche il famoso bandito Butch Cassidy trovò nascondiglio proprio nelle vicinanze.
Quando negli anni ’30 i canyon circostanti furono protetti dal decreto presidenziale sui Parchi, Fruita fu costretta ad affrontare il mondo esterno. La gente del posto iniziò a sparpagliarsi andando a lavorare nei servizi turistici o all’interno del Parco. Oggi Fruita è un quartiere storico conservato ed ottimamente gestito dal National Park Service.
L’area più antica contiene alcune case, i fienili, la scuola e, naturalmente, i frutteti che offrono una ricca produzione di ciliegie, albicocche, pere, pesche e mele per la gioia di tutti. I visitatori, infatti, possono passeggiare tra i filari di alberi e mangiare quanta frutta vogliono. E’ possibile farne anche un piccolo raccolto pagando il prezzo indicato sui cartelli all’ingresso dove sono posti anche bilance, sacchetti e una civilissima stazione self-pay.
La vera chicca di Fruita è la Gifford Homestead, un’antica fattoria restaurata egregiamente che comprende, oltre alla casa principale, un fienile, un affumicatoio, un pascolo ed un florido giardino. L’ex cucina della casa principale è stata trasformata in un punto vendita dove trovare riproduzioni di curiosi oggetti mormoni, libri, cartoline storiche, marmellate, saponi, e, soprattutto, le straordinarie e golosissime pie di frutta che sono la vera attrazione! Non dovrete proprio perdervi una merenda qui, con i piedi nudi nell’erba, una torta appena sfornata e un gelato artigianale mentre vi riparerete dal caldo sotto le chiome dei grandi alberi.
Superata Fruita passerete attraverso il Capitol Reef National Park che, con le sue calde sfumature di terra rossa vi accompagnerà fino alla svolta per la UT-12, che troverete sulla sinistra poco prima della graziosa cittadina di Torrey.
A questo punto la natura cambierà di nuovo e, con un salto carpiato, in pochi chilometri vi porterà verso uno habitat montano fatto di ranch, verdi pascoli, mucche brucanti, e vedute incantevoli. Meriterà una sosta il Larb Hallow Overlook da cui potrete apprezzare la vista sul lago Lower Bowns e delle Henry Mountains. Siamo nella Dixie National Forest dove, proprio su questa strada, ogni anno transitano decine di intrepidi ciclisti con il Tour of Utah.
Terminata la foresta incontrerete la pittoresca località di Boulder, dalla quale inizierete a risalire verso uno scenario più aspro fatto di roccia chiara dalle forme plastiche e levigate, punteggiata da cespugli verdi. Poco dopo inizierà un tratto della UT-12 conosciuto come The Hogback, il più strabiliante e temibile dell’intera giornata, che corre letteralmente sulla cresta della montagna! Come a qualcuno sia venuto in mente di costruire una strada così stretta e tortuosa in bilico su uno sperone con precipizi da entrambi i lati non è dato saperlo, quel che è certo, invece, è che la vista dal Calf Creek viewpoint e le pazze curve che vi troverete a percorrere resteranno indimenticabili! Non perdete la sosta al Boynton Overlook e all’Head of the Rock Overlook dove potrete ammirare la strada che serpeggia sotto di voi creando tornanti estremamente fotogenici!
La prossima tappa sarà Escalante, una deliziosa comunità mormone con casette linde, prati fioriti, negozi caratteristici e bandiere americane in ogni dove. Qui sarà possiblile fare una piacevolissima escursione allo Escalante Petrified Forest State Park (ingresso 8$), una versione meno ambiziosa della smisurata Petrified Forest in Arizona ma, certamente, una ghiotta occasione per vedere da vicino alcuni fossili di alberi millenari pietrificati.
Dopo un’ultima ora di gioie visive sarete finalmente giunti alle porte del Bryce Canyon National Park (ve ne parlo in questo articolo), dove le gioie continueranno travolgervi copiose. L’ultima porzione della UT-12, invece, continua il suo cammino superando Bryce attraverso l’entusiasmante Red Canyon. Qui i tunnel scavati nella roccia, le cime puntute delle montagne e la vegetazione della Dixie National Forest si riveleranno una pregevole e appropriata conclusione per una strada che è stata capace di regalare l’utilizzo di così tanti superlativi!


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